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Approfondimento (Cenni di flebologia)

L'elastocompressione può rappresentare l'arma vincente nel massimizzare la performance sportiva e migliorare il benessere solo se realizzata in modo da garantire una perfetta vestibilità, condizione essenziale per la realizzazione del fenomeno fisico della compressione.
(tratto da "La terapia compressiva nell'insufficienza venosa cronica" G. Arpaia, Cizeta Medicali S.p.A.)


L'apparato cardiovascolare è composto da alcuni organi cavi.

Il cuore, muscolo che contraendosi (sistole) e rilassandosi (diastole) agisce come una vera e propria pompa, e i vasi sanguigni divisi in arterie (portano il sangue dal cuore ai tessuti), vene (dai tessuti al cuore) e capillari (rendono possibili gli scambi sangue-tessuti-sangue). Dalla parte sinistra del cuore, il sangue viene spinto ad alta pressione nelle grandi arterie, l'Aorta e le sue principali diramazioni.

Le arterie possono essere assimilate a dei tubi che trasportano sangue ad alta pressione, ricco di ossigeno e di sostanze nutritive. Le arterie si diramano ulteriormente fino a diventare arteriose e capillari. A questo punto cessa la funzione di trasporto e inizia la fase di scambio e nutrimento con le cellule dei diversi organi.

Superati i capillari il sangue refluo, povero di ossigeno e carico di sostanze di scarto e dei metaboliti cellulari, viene raccolto dalle venule che confluendo in vasi sempre più grandi, lo fanno ritornare verso la parte destra del cuore. Da notare che una delle principali differenze tra arterie e vene è data dalla diversità di pressione (maggiore a livello arterioso) del sangue.

Negli arti inferiori si ha una situazione flebologica più complessa a causa dell'incremento di pressione idrostatica (dovuto alla postura eretta).

Il ritorno venoso è quindi reso possibile essenzialmente da:


   

la pompa plantare e la muscolatura del polpaccio

 

i muscoli che contraendosi comprimono le vene profonde costringendo il sangue a risalire

 

l'azione delle valvole venose che impediscono il reflusso


Anatomicamente il sistema venoso degli arti inferiori è composto da un circolo superficiale e uno profondo in comunicazione tra loro. Durante la marcia la "soletta del Lejar" (tessuto vascolare spugnoso composto da capillari molto piccoli, posto alla base del piede) spremuta dalla base d'appoggio da un lato e dalla base ossea dall'altro, agisce spingendo il sangue verso le vene della gamba. I muscoli delle gambe contraendosi comprimono le vene profonde costringendo il sangue a risalire (anche per l'azione di apposite valvole che ne impediscono il reflusso).

Il sistema venoso degli arti inferiori è quindi caratterizzato da un delicato e complesso equilibrio tra pressione idrostatica, concentrazione delle sostanze chimiche presenti nel plasma e nei tessuti, efficienza del sistema valvolare venoso, adeguato appoggio plantare e tono muscolare.


Cizeta Medicali azienda leader nello studio dell'elastocompressione sull'emodinamica venosa ha creato la divisione sport per realizzare specificatamente Compression Zone®, una linea di prodotti altamente tecnologici che grazie a speciali e sofisticate tabelle di vestibilità, garantiscono ad ogni singolo atleta una perfetta elastocompressione sull'arto inferiore.
Inoltre Compression Zone® grazie a componenti tecnologicamente avanzati come filati antisettici e termodisperdenti, permette una maggior igiene e una perfetta evaporazione del sudore.
Compression Zone® oltre a permettere un migliore funzionamento cardiocircolatorio (l'aumento del ritorno venoso aumenta il volume cardiaco, in modo che per la stessa portata cardiaca la frequenza risulti minore e alla massima frequenza cardiaca la gettata sia maggiore) agisce anche sul metabolismo ottimizzando il trasporto dei nutrienti al muscolo e aumentandone l'efficienza (trasporto dei nutrienti alle cellule muscolari).
Entrambe queste condizioni sono fattori determinanti per ottimizzare il rendimento e massimizzare la performance.

Compression Zone®:

maggiora l'efficienza cardiocircolatoria

riduce l'aumento della frequenza cardiaca

incrementa il lavoro massimale (potenza muscolare)

ottimizza il metabolismo muscolare

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